Intolleranze alimentari: alcune regole per riconoscere i falsi test

POSTED BY liliana | Mar, 20, 2018 |

Il proliferare di falsi test diagnostici di “intolleranza o allergia alimentare” non validati dalla comunità scientifica ha generato molta confusione e false aspettative di dimagrimento soprattutto nei soggetti in sovrappeso o obesi. Sempre più spesso i pazienti si rivolgono al proprio medico convinti di essere intolleranti a determinati alimenti perché accusano gonfiore addominale e scarsa digeribilità  solo dopo aver già eseguito in farmacia od erboristeria costosi test i cui risultati non possono essere considerati validi.

Per rispondere ai principali dubbi dei cittadini, è stato validato dal Ministero della Salute un decalogo consultabile sul sito anti-bufale della Fnomceo (Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici) www.dottoremaeveroche.it

Le dieci regole per gestire le intolleranze alimentari

1) Le intolleranze alimentari non sono responsabili di sovrappeso ed obesità causate, in genere, invece, da uno stile di vita inadeguato. Le intolleranze alimentari “vere” sono poche e possono indurre disturbi gastrointestinali (che spesso portano ad una perdita di peso), cefalea

2) NO all’autodiagnosi ed ai test effettuati direttamente presso i centri laboratoristici senza prescrizione medica

3) NON rivolgersi a personale non sanitario (centri estetici, palestre, farmacie, laboratori) ed attenzione a coloro che praticano professioni sanitarie senza averne alcun titolo. Solo un medico può fare una diagnosi.

4) Diffidate da chiunque proponga test diagnostici di intolleranza alimentare per i quali manca evidenza scientifica di attendibilità. I test NON validati sono: dosaggio IGg4, test citotossico, Alca test, test elettrici (Vega-test, Elettroagopuntura di Voll, Bioscreening, Biostrength test, Sarm test, Moratest), test kinesiologico, Dria test, analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, riflesso cardiaco auricolare.

5) NON escludere nessun alimento dalla dieta senza una diagnosi e prescrizione medica. Le diete di esclusione autogestite, inappropriate e restrittive possono comportare un rischio nutrizionale non trascurabile e, nei bambini, scarsa crescita e malnutrizione. Quando si intraprende una dieta di esclusione, anche per un solo alimento o gruppo alimentare, devono essere fornite specifiche indicazioni nutrizionali per assicurare un adeguato apporto calorico e di macro/micronutrienti.

6) La dieta è una terapia e pertanto deve essere prescritta da un MEDICO. La dieta deve essere gestita e monitorata da un professionista competente per individuare precocemente i deficit nutrizionali e, nei bambini, verificare che l’accrescimento sia regolare.

7) NON eliminare il glutine dalla dieta senza una diagnosi certa di patologia glutine correlata. La diagnosi deve essere effettuata solo in ambito sanitario.

8) NON eliminare latte e derivati dalla dieta senza una diagnosi certa di intolleranza al lattosio o di allergie alle proteine del latte. La diagnosi deve essere effettuata solo in ambito sanitario.

9) A chi rivolgersi per una corretta diagnosi? Medico (dietologo/nutrizionista, medico di medicina generale, pediatra, allergologo, diabetologo, endocrinologo, gastroenterologo, internista).

10) NON usare internet per diagnosi e terapia

Fonte: ADI (Associazione Dietetica e nutrizione Italiana)

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